Lunedì 6 marzo, nella Sala “Caduti di Nassyria” del Senato della Repubblica si è svolta la conferenza della Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi – FISPIC, dal titolo “L’importanza dello sport per persone ipovedenti e cieche”. Un’opportunità per ricordare l’importanza dello sport nelle vite di bambini e adulti affetti da gravi problemi alla vista. Fin da piccoli, infatti, lo sport ci insegna ad affrontare i nostri limiti, a fare squadra, ad imparare dalle sconfitte e a condividere la gioia delle vittorie. Lo sport è una parte fondamentale della crescita e della vita, nel percorso di salute e nel conquistare nuovi ambiti di libertà e sicurezza personale. La conferenza è stata moderata da Livia Azzariti, medico, conduttrice e divulgatrice medica.
La senatrice Isabella Rauti, Sottosegretario alla Difesa, ha aperto i lavori. “Negli ultimi anni la sinergia tra ministero della Difesa e ministero dello Sport per promuovere la pratica sportiva è diventata sempre più forte – ha affermato il Sottosegretario alla Difesa – E lo spazio riservato agli atleti paralimpici è cresciuto sensibilmente. Il ministero della Difesa segue con grande attenzione i militari che hanno riportato lesioni durante il servizio. Grazie al Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa, nato nel 2014, la promozione dello sport paralimpico è costante e lo sport è uno dei principali cardini dell’inclusione, bisogna ribadirlo con forza”.
Quindi, Luca Pancalli, Presidente del Comitato Paralimpico ha ricordato che “Negli ultimi anni, specie dopo il periodo pandemico, è emerso in modo evidente il fondamentale ruolo che lo sport ricopre all’interno della nostra società. Si sta comprendendo sempre più che lo sport non è solo uno straordinario strumento di benessere e di promozione di un corretto stile di vita ma rappresenta allo stesso tempo un prezioso mezzo per favorire l’inclusione e l’integrazione, un pezzo di welfare pubblico dal quale non si può più prescindere. E ciò è ancora più vero per le persone con disabilità. Lo sport paralimpico oggi ha dimostrato il suo valore facendo capire a tutti, quanto sia importante mettere ciascun individuo nelle condizioni di esprimere le proprie potenzialità e di contribuire, con le proprie caratteristiche, alla crescita civile del proprio Paese. Da questo punto di vista il movimento sportivo delle persone ipovedenti e cieche ha saputo incidere in modo significativo nell’immaginario collettivo con un messaggio di resilienza e di determinazione che ha lasciato il segno“.
il presidente Fispic Sandro di Girolamo ha poi evidenziato come “la Fispic sia oggi un riferimento per gli ipovedenti e ciechi. Grazie a questo evento si è voluto sensibilizzare le famiglie dove ci sono persone con disabilità visive e promuovere le nostre attività sportive. Abbiamo otto discipline (calcio non vedenti e calcio ipovedenti, goalball, torball, tennis, scacchi, showdown e scacchi), il nostro lavoro è concentrato sui giovani, vogliamo che inizino da bambini a fare sport, ma le attività sono aperte a persone di qualsiasi età”.
A sua volta, Franco Carraro, Presidente Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale della FIGC ha ricordato la lunga collaborazione con la Fispic. Quest’anno, infatti, è in programma un appuntamento prestigioso per i ragazzi del calcio non vedenti: ad agosto a Birmingham in Inghilterra, ci saranno i Mondiali dove ci si augura che l’Italia disputi un ottimo torneo e riesca a qualificarsi per le Paralimpiadi di Parigi. “Eppure – avverte il presidente Carraro -, spesso il più grande ostacolo per promuovere lo sport paralimpico sono le famiglie, c’è la paura che le ragazze e i ragazzi si facciano male. Magari potrebbe accadere, ma questo succede a tutti, anche ai normodotati. In ogni caso, grazie allo sport, però, la qualità della vita degli atleti disabili migliora in modo incredibile”.
“Anche perché – incalza la Senatrice Giusy Versace, Vice Presidente della 7ma Commissione Permanente Cultura, Istruzione e Sport, Portavoce dell’Intergruppo Parlamentare per le disabilità, atleta paralimpica – dietro ogni atleta ci sono storie meravigliose. Dobbiamo raccontarle, dobbiamo ribadire che lo sport è uno strumento educativo anche per chi la disabilità non la vive. La possibilità di allenarsi, di uscire di casa, di confrontarsi con gli altri è un aspetto fondamentale per la crescita della persona”.
Dal punto di vista medico-scientifico, il professor Paolo Nucci, oculista e presidente della Società di Oftalmologia Pediatrica e Strabismo, ha sottolineato i benefici dello sport. “Lo sport fa bene a tutti, al corpo e alla mente. Stimola la competizione e combatte l’attitudine a iper-proteggere i bambini, il confronto con l’altro è fondamentale. Seguo una bambina non vedente di appena 5 anni che fa la ballerina. Lei sa cosa è la danza grazie ai racconti di sua madre, una donna straordinaria. Dico ai genitori di fidarsi di quello che i bambini vogliono fare, lasciare spazio alla loro fantasia e ai loro desideri”.
Infine, Andrea Rendina, Segretario Generale Fondazione OneSight EssilorLuxottica nel suo intervento ha sottolineato che “Tempo fa è iniziato un percorso per portare un numero sempre più alto di ipovedenti e ciechi a iscriversi alle attività della Federazione. ‘Vedere meglio e vivere meglio’ è il messaggio del nostro gruppo. Oltre 550 milioni di persone nel mondo hanno avuto accesso alle visite mediche. Poi le donazioni di occhiali: 58 milioni negli ultimi tre anni, nel triennio 2023-2025 diventeranno oltre 100 milioni. Siamo orgogliosi di sostenere la Fispic”. A chiudere la conferenza al Senato, l’intervento di Giuseppe Tambone, esperto in Diritto ed Economia dello Sport, Direttore sportivo Figc, e le testimonianze di due giovani atleti non vedenti. Paolo Dong Dong Camanni, atleta non vedente di judo ha raccontato come “Lo sport permette di avere la consapevolezza dei propri limiti e di tentare di superarli. Lo sport disinibisce e consente l’inclusione alle persone con disabilità più di ogni altra cosa. Ho avuto la fortuna di iniziare da bambino, a soli 4 anni, praticando il nuoto fino al 2013. Poi ho scelto il judo, una disciplina che garantisce un confronto continuo con gli altri. Il Judo è un’occasione per mettersi continuamente in gioco. Sono affascinato dalla mentalità e dalla bellezza della tecnica di questo sport”. E Alice, anche lei atleta judo, ha concluso dicendo che “Mettersi in gioco è la cosa più bella, il piacere di ottenere buoni risultati durante una gara dà emozioni straordinarie”.